lunedì 12 novembre 2012

LA POSIZIONE DEL VATICANO: SUL RAPPORTO UOMO-ANIMALI E SUGLI XENOTRAPIANTI

La parola del Vaticano.
La posizione del Vaticano per quanto riguarda in generale il rapporto uomo-animali è precisata, volendo far riferimento ad un testo moderno, nel “Compendio della dottrina sociale della Chiesa” edito nel 2004 e curato dal Cardinale R. Raffaele Martino.
In tale volume, dedicato tuttavia prevalentemente alle questioni sociali, nel capitolo VI, Il lavoro umano, si legge:

1) Il compito di coltivare e custodire la terra.
255 L’Antico Testamento presenta Dio come Creatore onnipotente, che plasma l’uomo a sua immagine, lo invita a lavorare la terra e a custodire il giardino dell’Eden in cui lo ha posto.
Alla prima coppia umana Dio affida il compito di soggiogare la terra e di dominare su ogni essere vivente. Il dominio dell’uomo sugli esseri viventi, tuttavia, non deve essere dispotico e dissennato; al contrario, egli deve “coltivare e custodire” i beni creati da Dio, beni che l’uomo non ha creato, ma ha ricevuto come un dono prezioso posto dal Creatore sotto la sua responsabilità. Coltivare la terra significa non abbandonarla a se stessa; esercitare il dominio su di essa è averne cura, così come un re saggio si prende cura del suo popolo e un pastore del suo gregge.
Nel disegno del Creatore, le realtà create, buone in sé stesse, esistono in funzione dell’uomo. Lo stupore davanti al mistero della grandezza dell’uomo fa esclamare il salmista: “Che cos’è l’uomo perché te ne ricordi e il figlio dell’uomo perché te ne curi? Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato, gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suo piedi.”

E ancora, nel capitolo X°, Salvaguardare l’ambiente, si legge:

1. Aspetti biblici.
452 La relazione dell’uomo con il mondo è un aspetto costitutivo dell’identità umana. Si tratta di una relazione che nasce come frutto del rapporto, ancora più profondo, dell’uomo con Dio. Il Signore ha voluto la persona umana come sua interlocutrice: solo nel dialogo con Dio la creatura umana trova la propria verità, dalla quale trae ispirazione e norme per progettare il futuro del mondo, un giardino che Dio le ha dato affinché sia coltivato e custodito. Neppure il peccato elimina tale compito, pur gravandone di dolore e di sofferenza la nobiltà del lavoro.

2. L’Uomo e l’Universo delle cose.
456 Poiché l’uomo, “creato ad immagine di Dio, ha ricevuto il mandato di governare il mondo nella giustizia e nella santità, sottomettendo a sé la terra con tutto quello che in essa è contenuto, e di rapportare a Dio sé sesso e l’universo intero, riconoscendoLo creatore di tutte le cose, perché, nella sottomissione di tutte le cose all’uomo, sia grande il nome di Dio su tutta la terra”, il Concilio insegna che “l’attività umana individuale e collettiva, ossia quel ingente sforzo col quale gli uomini nel corso dei secoli cercano di migliorare le proprie condizioni di vita, considerato in se stesso corrisponde al progetto di Dio”.

457 I Padri Conciliari sottolineano anche il fatto che “quanto più cresce la potenza degli uomini, tanto più largamente si estende la responsabilità sia degli individui che delle comunità”, e che ogni attività umana deve corrispondere, secondo il disegno di Dio e la Sua volontà, al vero bene dell’umanità.

3. La crisi nel rapporto tra uomo e ambiente.
463 Una corretta concezione dell’ambiente, mentre da una parte non può ridurre utilitaristicamente la natura a mero oggetto di manipolazione e sfruttamento, dall’altra non deve assolutizzarla e sovrapporla in dignità alla stessa persona umana.
Il Magistero ha motivato la sua contrarietà a una concezione dell’ambiente ispirata all’ecocentrismo e al biocentrismo, perché essa “si propone di eliminare la differenza ontologica e assiologia tra l’uomo e gli altri esseri viventi, considerando la biosfera come un’unità biotica di valore indifferenziato. Si viene così ad eliminare la superiore responsabilità dell’uomo in favore di una concezione egualitaristica della “dignità” di tutti gli esseri viventi”.

Gli altri esseri viventi sono considerati dal Vaticano strumenti o oggetti nelle mani dell’uomo, asservite esclusivamente ai suoi fini. Lo dimostra poi del resto la posizione del Vaticano per quanto riguarda le manipolazioni fatte sugli animali per utilizzarli negli xenotrapianti.


La posizione del Vaticano sugli xenotrapianti.
La posizione ufficiale del Vaticano in tema di trapianti di organi animali sull’uomo, a beneficio di quest’ultimo, è chiaramente espressa nel volume “La prospettiva degli xenotrapianti” della Pontificia Accademia pro-vita, edito nel 2001.

Sotto il capitolo “Aspetti antropologici ed etici”, a pagina 32 si legge:

L’uso degli animali per il bene dell’uomo”.
8. Per una riflessione teologica che possa contribuire ad elaborare un giudizio etico sulla pratica degli xenotrapianti, ci interessa considerare quale sia stata l’intenzione del Creatore nel dare l’esistenza agli animali. Essi, proprio in quanto creature, hanno un loro proprio valore che sicuramente l’uomo ha il dovere di riconoscere e di rispettare. Tuttavia, Dio li ha posti, insieme alle altre creature non umane, al servizio dell’uomo, affinché egli possa, anche attraverso di loro, giungere al suo sviluppo integrale.
E’ da notare che questo ruolo di “servizio” reso all’uomo si manifesta con modalità differenti, in relazione al progresso culturale dell’umanità. Limitandoci al progresso scientifico e tecnologico in campo biomedico, il servizio dell’animale all’uomo trova un’applicazione del tutto nuova nella pratica dello xenotrapianto, che pertanto, in linea di principio, non è in contrasto con l’ordine della creazione. Al contrario, essa rappresenta per l’uomo un’ulteriore occasione di responsabilità creativa nel fare un uso ragionevole del potere che Dio gli ha dato. La posizione di eccellenza testimonia e insieme manifesta la superiorità ontologica dell’uomo sugli altri esseri terreni; essa si fonda sulla natura stessa della persona umana, le cui dimensioni di razionalità e di spiritualità pongono l’uomo al centro dell’universo, perché ne utilizzi le risorse presenti (tra cui gli animali), in maniera sapiente e responsabile, alla ricerca dell’autentica promozione di ogni essere.

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