Andando a ritroso nella
storia, i primi tentativi di trapianti xenogenici, trapianti cioè
che avvengono fra specie diverse, avvennero già agli inizi nel
Novecento. Il primo tentativo fu infatti compiuto nel 1906 da un
chirurgo francese Matheiu Jaboulay (1860-1913), il quale collegò un
rene di maiale al braccio sinistro di un uomo. Il risultato fu
disastroso, in quanto l'organo cominciò subito a cambiare colore e
dovette essere rimosso dopo tre giorni. Tentativi e insuccessi
analoghi furono portanti avanti negli anni successivi, e solo nel
1963 si ha il caso di un primo vero e proprio xenotrapianto, con
l'innesto dell'organo nel paziente: il chirurgo statunitense
Hichcock, a Pittsburg, impiantò in un uomo il cuore di un scimpanzé.
Il risultato fu disastroso e il paziente morì dopo 90 minuti a causa
del rigetto acuto. Nuovamente i successivi venti anni furono
costellati di analoghi tentativi, fra cui va ricordato il caso di
Baby Fae.
Baby Fae è il soprannome di una bambina di due settimane
affetta da una grave malattia cardiaca, e alla quale, nel 1984, fu
trapiantato il cuore di babbuino per opera del dottor Leonard Bailey.
La bambina sopravvisse 21 giorni fra enormi sofferenze.
Baby Fae |
Dopo questo caso,
dovettero passare 10 anni prima che nuovamente si tornasse a parlare
e a praticare lo xenotrapianto. Nel giugno 1992 il professor Thomas
Starzl, chiururgo americano, eseguì il trapianto di un fegato di
babbuino su di un uomo affetto da AIDS ed epatite B. Nonostante il
risultato disastroso, questo tentativo fece scalpore e clamore.
Per riassumere
brevemente, dal primo tentativo del 1906 fino al 1997 furono eseguiti
55 xenotrapianti, e tutti hanno avuto esito infelice, soprattutto per
il problema del rigetto d'organi, mai del tutto risolto fra
uomo-uomo, e quindi ancora meno fra uomo-animale.
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