lunedì 12 novembre 2012

GLI ASPETTI ETICI E SCIENTIFICI FAVOREVOLI AGLI XENOTRAPIANTI


La controversia sugli xenotrapianti solleva anche degli aspetti scientifici e considerazioni etiche importanti per sostenere questo nuovo sviluppo tecnologico.
Come ci fanno notare diverse posizione di studiosi ed esperti su questo argomento, tante sarebbero le motivazioni per cui bisognerebbe incentivare lo sviluppo di questa tecnologia.
 In principio è importante ricordare, come ci fa notare l’intervento di Mons. Elio Sgreccia ad una conferenza stampa sull’argomento degli xenotrapianti, che la costante carenza di organi umani da trapiantare su tanti malati che, dati i progressi della trapiantologia odierna, con questa terapia potrebbero ottenere la guarigione e, in molti casi, un ritorno alla vita attiva. Le liste d’attesa sono lunghe in ogni Paese e molti pazienti muoiono ogni giorno mentre attendono la disponibilità di un organo adatto a loro. Questa situazione permane, nonostante gli appelli alla donazione che, da più parti, vengono rivolti alla popolazione e che, in effetti, hanno fatto registrare un incremento di donatori, non tale però da riuscire a soddisfare il fabbisogno crescente, neanche in un prossimo futuro. Gli xenotrapianti quindi potrebbero essere una nuova via che potrebbe aggiungersi al già consolidato trapianto da uomo a uomo, generalmente da donatore-cadavere a vivente. La riflessione sugli xenotrapianti certamente non è chiusa ma esso potrebbe costituire un aiuto ed un contributo qualificato, uno strumento sapienziale, pur solidamente basato sui dati scientifici oggi disponibili.

Emanuele Cozzi
Secondo l’opinione del professore Emanuele Cozzi  il trapianto rappresenta la terapia di elezione per molti malati con insufficienza d’organo terminale. La cronica carenza di organi esclude purtroppo dal trapianto molti pazienti che ne avrebbero necessità. Negli ultimi anni infatti sono stati compiuti alcuni progressi scientifici importanti nel settore degli xenotrapianti:

1. sono notevolmente migliorate le conoscenze sui meccanismi immunologici che sono alla base del rigetto di organi trapiantati tra specie diverse;

2. l’avvento della biologia molecolare ha permesso di produrre animali ingegnerizzati cui organi sono più "resistenti" nei confronti del rigetto

Tutti questi progressi insieme hanno consentito di migliorare significativamente il tempo di sopravvivenza di organo di maiale trapiantato in un primate non umano. I migliori risultati sono stati ottenuti quando organi di maiale modificati per la hDAF sono stati trapiantati in primati non umani immunosoppressi. Ciò ha permesso di mantenere in vita primati trapiantati fino a 3 mesi. Tuttavia, questo tempo di sopravvivenza non è ancora paragonabile a quello di organi umani trapiantati nell'uomo. L'ulteriore modificazione genetica degli animali donatori e/o l'uso di altri/nuovi farmaci immunosoppressori sono i due approcci presi in considerazione per prolungare ulteriormente la sopravvivenza di uno xenotrapianto. Inoltre oggi è possibile allestire linee di animali donatori prive di tutti questi agenti infeAl momento, gli unici agenti che destano qualche preoccupazione sono i retrovirus porcini (Porcine Endogenous RetroViruses o PERV) anche se, in uno studio retrospettivo condotto sul sangue di 160 pazienti esposti a tessuti viventi di suino, non vi sono state evidenze che essi possano portare a malattia nell’uomo. L’eliminazione dal maiale dei PERV, costituisce una sfida per gli anni avvenirettivi noti. Da quanto detto, risulta evidente come molte ricerche nell'ambito dello xenotrapianto siano ancora necessarie e debbano essere compiute.

Su qualcosa di così innovativo come lo xenotrapianto, importanza cruciale riveste una piena informazione del pubblico. Questa informazione dovrà essere accurata e bilanciata, corretta e dialettica, ed indicare non solo i benefici, ma anche i possibili rischi relativi all’individuo ed alla comunità. L’obiettivo da porsi è quello di formare un’opinione pubblica informata e cosciente: in essa gli organismi competenti troveranno un interlocutore adeguato nelle valutazioni di accettabilità dello xenotrapianto.

In conclusione, lo xenotrapianto, può essere considerato come una grande sfida scientifica, una realistica opzione terapeutica, ed un progetto in linea di principio eticamente lecito, fatti salvi i diritti dell’individuo e della comunità alla tutela della salute con uguale possibilità d’accesso alla terapia.

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